quinta-feira, setembro 23, 2010

Lezioni di poesia contemporanea, Charles Bukowski

Sissignore!
tutti i vicini pensano
che noi siamo
strani.
e noi pensiamo
lo stesso di loro.
e facciamo
tutti
centro.

(H. Charles Bukowski)

In quest’angolo di caffè oggi ci daremo alla poesia. Poesia moderna si intende, poesia recente, contemporanea. A volte ci capita di incrociare certa gente, per carità, a volte anche molto colta, che su poesia spaccia parole solo su Dante, Parini, Foscolo, Leopardi, il più recente può essere Ungaretti o un suo coetaneo e collega. Allora ci chiediamo, ma se queste persone colte, se proprio questa gente crede che il massimo di una poesia si sia raggiunto con essi, allora varrà proprio la pena di sprecare questa pagina che state leggendo…

Il primo autore che vorremmo portarvi in analisi è Charles Bukowski. Bukowski ha messo in atto la più grande rivoluzione della storia della poesia, per poesia la gente intende un modo pulito, ordinato, elaborato per esprimere un sentimento o descrivere una situazione in maniera diversa, in modo da rendere più vivida possibile l’esperienza, mentre per Buk la poesia è un modo di vivere, è scrivere ciò che vive. Detto ciò cerchiamo un po’ di disintossicarci dal vecchio motto “il difficile è bello”, in tempi moderni abbiamo tutti una discreta cultura, leggiamo poesie a bizzeffe, ce ne innamoriamo e le facciamo nostre.


A scuola ci insegnano anche a fare questo. Ma dunque, chiunque, e ripetiamo chiunque, può essere in grado di scrivere una poesia stilisticamente impeccabile ed elaborata come quella del nostro caro Giacomo Leopardi. Magari a livello di contenuti sarà sicuramente imparagonabile a “L’infinito”, tuttavia resta il fatto che abbiamo studiato, appreso Leopardi e capaci di riprodurlo. Siamo tutti bravi a fare poesie così, no? E allora pur essendo così, vi chiederete, cosa ha di speciale lo stile dissacrante, scialbo, colloquiale di Bukowski?

Il fatto stesso che lui non ha bisogno di finezze per dire qualcosa di bello nelle poesie è speciale, non ha bisogno di una maiuscola dopo un punto. Siamo capaci di fare poesie sia alla Bukowski che alla Leopardi, ma chi di voi ha il coraggio di scriverle come Bukowski? Nel corso dei secoli di grossa letteratura possiamo dire che siamo giunti al punto in cui un poeta non ha più bisogno di dimostrare di essere bravo ad utilizzare sinonimi rari e azzeccati e infilare in un verso due parole assonanti, siamo giunti nel secolo in cui siamo bravi a prescindere, in tempi di regressione l’evoluzione non sta forse nell’involuzione?

Dimostrare le proprie capacità dando per scontate le stesse, questa è una finezza, un capolavoro. Picasso disegnava divinamente, fino a quando ha capito che “scarabocchiarci” un po’ su era più bello che disegnare la perfezione dei ritratti, ormai sempre facilmente creabile. Chiamate Bukowski idiota, immorale, ubriacone, ignorante, alternativo ma non chiamatelo privo di idee, di originalità e di utilità cerebrale!




FONTE: Caffè News
http://www.caffenews.it/

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