sexta-feira, maio 08, 2009

A Fermo si inaugura la mostra fotografica "Mario Giacomelli, opere scelte"


A Fermo si inaugura la mostra fotografica "Mario Giacomelli, opere scelte"
Pubblicato venerdì, 08 maggio 2009 22:59

La Galleria “Monja Ercoli Arte Contemporanea” inaugura in Largo Fogliani 2, domenica 7 giugno alle ore 18, la mostra fotografica “Mario Giacomelli – opere scelte”.

Dopo le collettive a tema “Fuochi nella notte. Cucchi, Licini e Giacomelli” e “Bon voyage. Giacomelli, Fontana, Basilico, Jodice, Ghirri, Vitali”, la galleria Monja Ercoli Arte Contemporanea presenta per la prima volta una mostra interamente dedicata a Mario Giacomelli.

Sedici fotografie, in bianco e nero e a colori disegnano una sorta di percorso, dal taglio antologico e retrospettivo, che ripropone i temi più rappresentativi dell’opera del grande fotografo marchigiano: da “Caroline Branson” a “Io non ho mani che mi accarezzino il volto”, da “Scanno” a “Un uomo, una donna, un amore”, da “Presa di coscienza sulla natura” a “Verrà la morte ed avrà i tuoi occhi”, da “Lourdes” a “ Il mare dei miei ricordi”.

Questa mostra, che segue l’evento recentemente conclusosi dedicato al lavoro di un altro grande marchigiano, lo scultore Nanni Valentini, ribadisce quel profondo legame con il territorio che è sotteso all’attività espositiva della galleria sin dai suoi esordi.

Mario Giacomelli è uno dei maggiori fotografi italiani del Novecento. Nato nel 1925 a Senigallia, ha realizzato a partire dai primi anni cinquanta, molti lavori che sono entrati nella storia della fotografia italiana. Alcune immagini di Giacomelli sono diventate col tempo delle vere e proprie icone, simbolo riconosciuto della ricerca fotografica italiana nel mondo.

Fotografo non professionista per scelta, “sublime dilettante”, ha scardinato, soprattutto nei lavori realizzati tra gli anni cinquanta e sessanta, i tradizionali concetti di impostazione classica dell'immagine nel linguaggio fotografico.

I suoi toni contrastati, i mossi, la libertà anarchica nella composizione, l'eclettismo della ripresa che poteva permettersi di toccare varie corde stilistiche, dalle composizioni quasi astratte ai toni più realistici, sono tutti elementi di un grande patrimonio visivo che collocano la sua opera ai vertici della ricerca fotografica. Dal 1955 ha cominciato a ottenere riconoscimenti e a esporre in tutti i luoghi deputati più importanti per la fotografia, in Italia e all’estero. Le sue opere fanno parte di collezioni pubbliche e private di tutto il mondo. Inizia la sua attività di fotografo nel 1953. Si regala una fotocamera Comet e si reca sulla spiaggia per fotografare il mare: per riprodurlo mosso ed animato muove la macchina. Nasce così la prima fotografia, L'Approdo, con la quale consapevolemente si allontana dalla tradizione fotografica. La partecipazione al gruppo "Misa", fondato da Giuseppe Cavalli, permette a Mario Giacomelli di uscire dall'ambito della piccola città di provincia e di inserirsi in un panorama culturale di ampio respiro, più congeniale alle sue motivazioni ed aspirazioni. Tra gli anni '50 e '60 partecipa a concorsi ed esposizioni: si affaccia sul panorama irrequieto della fotografia italiana con proprie idee, stile e linguaggio ed è subito successo di critica e pubblico. Nel 1955, premiato da Paolo Monti, vince il primo premio alla seconda mostra nazionale di fotografia a Castelfranco Veneto. Nel 1956 espone alla prima mostra fotografica artistica a Pescara e alla terza mostra internazionale a Venezia. Dopo una serie di prime fotografie a titolo scattate fra il' 53 e il' 56, Giacomelli affronta i grandi temi che ne faranno un caso fotografico. Del 1954/1956 è la serie sulla "Vita d'ospizio". Mario Giacomelli e la sua storia d'amore infinita con i vecchi, rimandi continui sul filo dell'esperienza: ritornerà sul tema con "Verrà la morte e avrà i tuoi occhi" (1966/68, il titolo è ripreso da una poesia di Pavese) e con il complesso senza titolo "non fatemi domende!"(1981/83). Fin da allora sa che le rughe, i solchi del volto dei vecchi dell'ospizio sono i suoi, quelli della nostra umanità e della nostra natura, i solchi della madre terra, del taglio dell'albero; comprende l'universalità delle cose e indirizza su se stesso, le sue pulsioni, materie, umori, sentimenti, ricordi nel tentativo di cogliere il mondo nella sua essenzialità, alla "sorgente della vita". Nel 1957 lavora sulla serie "Scanno" inserita nel 1963 da John Szarkowsky in "Looking at Photographs" nella raccolta del Museum of Modern Art di New York, con la quale Giacomelli si affaccia sulla ribalta mondiale, ottenendo i più ampi consensi di pubblico e critica. Sempre del 1957 è la serie "Lourdes": Giacomelli subisce la desolata impotenza dell'uomo di fronte alla deformità del male. A questa seguono nel 1958, la serie "Zingari", "Puglia" e, nel 1959, (ripresa nel 1995) "Loreto". Del 1961/63 è la serie "Io non ho mani che mi accarezzano il viso", da una poesia di Padre David Turoldo. In questa serie fantastica di "pretini" resa in immagini sospese, con le toghe gonfie come piccole mongolfiere, la trasgressione iconica di Giacomelli raggiunge il vertice dell'astrazione.

Risale agli anni 1964-66 "La buona terra", seguita da "Caroline Branson" del 1971-73, lavoro ispirato all’Antologia di Spoon River di Edgar Lee Masters, poi "presa di coscienza sulla natura" (1980-94), la grande serie dei paesaggi.

Su testi del poeta Permunian si fonda "Il Teatro della neve" (1985-87) seguita da "Ninna Nanna" e "A Silvia" (1987-88). Tra i lavori più recenti ricordiamo: "Il mare dei miei ricordi" (1991-94), "Io sono nessuno" (1994-95) su testi di Emily Dickinson fino ad arrivare a "Questo ricordo lo vorrei raccontare" (1998-2000) e "Bando" (1998-99) ciclo di immagini in serie di 4, ispirate ad una poesia di Sergio Corazzini e presentato nel 1999 alla XXIV Biennale d’Arte contemporanea di Alatri.

Il 25 novembre 2000, all’età di 75 anni, Mario Giacomelli si è spento nella sua casa di Senigallia.

Il progetto della mostra è stato curato da Monja Ercoli e Andrea Giusti.La mostra rimarrà aperta fino al 28 giugno e sarà visitabile ad ingresso libero dal lunedì al sabato in orario 9–12 e 16–19.30 e la domenica su appuntamento.

Per contatti ed informazioni:

tel. 0734 – 611053, cell. 393-9683402, e-mail: info@monjaercoli.com

Sito web: www.monjaercoli.com

Da Monja Ercoli Arte Contemporanea

FONTE (foto incluída): Fermonotizie.info - Senigallia,AN,Italy
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