segunda-feira, outubro 18, 2010

La poetessa di mezzanotte

Scritto da Mirko Zullo   
Sabato 02 Ottobre 2010 09:18
LA FAMIGLIA DEI POETI - Mirko Zullo ci presenta i versi di Roberta Mele. Ha ventinove anni ed è alla sua prima raccolta di poesie

ROBERTA MELE

Sarà l’ora in cui scrivo questo articolo, sarà l’attimo, l’incrocio delle circostanze.
Saranno queste parole: “ho riempito non so più quanti fogli e non riesco e non so se riuscirò mai a liberarmene del tutto”.
Schiaffate appena sotto il titolo, in copertina, dove il titolo recita “Parole di mezzanotte”, di Roberta Mele.
Tutto questo mi affascina. Intorno a me solo il silenzio, il buio, il ticchettio frenetico delle mie dita sulla tastiera, di queste dieci dita che cercano di stare dietro a tutto il brusio di pensieri nella mia mente.
Questo brusio lo sente anche lei, ne sono sicuro.
Lo sente anche Roberta Mele.
La poetessa di cui parlo è nata a Cosenza, ha ventinove anni e vive a Verbania.
“Parole di mezzanotte” (Edizioni Albatros Il Filo) è la sua prima raccolta di poesie.
Semplicemente mi presento, sono così: fatta di parole”.
Quando la semplicità, l’essenzialità, quando tutto questo riesce ad affascinare, ecco, credo che quello sia l’apice della poesia di oggi.
In un mondo dove tutto è già stato detto e fatto, cogliere il profondo dei nostri animi in poche timide parole, credo sia lo spettacolo più bello al quale ogni animo poetico possa avere l’onore di assistere.
È il tramonto migliore mai visto prima, il sorriso del bambino più tenero mai incontrato.
Roberta nei suoi versi esprime tutto questo. Ci racconta dei suoi disagi giovanili, degli amori e delle speranze annotate sul cuore con la bic, sul diario di scuola, sulle timide confessioni dell’animo che ogni adolescente fa con se stesso.
Fare i conti con quanto sentiamo rispetto a quello che siamo, significa trovare l’equilibrio della nostra essenza, paragonarci, avventurarci in un mondo nuovo, fatto di gioie e dolori, di attese e speranze.
Nelle sue poesie è essenziale l’introspezione, l’ascolto, la sofferenza.
E poi l’amore.
Cosa sarebbe la poesia di Roberta senza l’amore?
Amore gioioso, sperato, perduto, ma questo, dopotutto, non conta. La poesia nasce da ognuna di quelle realtà, la sua poeticità riesce ad essere molteplice partendo dalla medesima radice. Senza cadere nella monotonia, nella ripetizione.
Ci racconta i segreti del cuore senza barriere, senza compromessi, senza ricercatezza lessicale.
Vuole dire e lo dice. Punto. Questo è quanto.
Le poesie che mi hanno meno emozionato sono quelle che tentano di narrare della natura, dei fatti del mondo, della cronaca.
Semplicemente perché le ho sentite più forzate. Più dovute che vissute.
Ma ora basta, mi fermo qui e lascio la parola a Roberta. Però prima vorrei qui riportare la dedica del suo libro: “A chi mi ha detto Scrivi, soprattutto a chi mi ha detto di non farlo”.


“Riflessioni di un poeta”
(di Roberta Mele)

…e io non sono
altro che
lo strumento
delle mie parole
che quando
smettono di
essere nuvole
si posano
sul cuore.

FONTE:  Verbania News
http://www.verbanianews.it/

FOTO:  drfigueredo.med.br

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