quarta-feira, novembro 24, 2010

Patti Smith: Just Kids (Feltrinelli)

Chiara Leandri

Se riesci a trovare qualcosa capace di infonderti passione, vera passione, costante, semplice e testarda, seguila. Sono poche le cose capaci di continua fascinazione. Poca roba che non sia la moda del momento, futile, fragile, passeggera. Patti Smith è uno di quegli esempi, statuari e incrollabili. E’ vita vissuta per l’arte. Ancora una volta: cosa ci sarà da dire, chiederete voi. Dopo un’immensa discografia. Libri di poesie, saggi, film. Perché ancora parlarne, perché non si può soprassedere?

Sarà la sua ruvida semplicità. Patti riduce tutto al minimo per poi scoprire la bellezza del singolo oggetto, per finire e perdersi sinesteticamente in Rimbaud. Perfino in un pulcioso appartamento sulla Eight Avenue.

Questa infatti è la storia stupenda di un’amicizia, di un’epoca, di una ricerca, e di una formazione. Di una musica sottile che cerca la sua affermazione. E’ la storia di Patricia Lee Smith e di Robert Mapplethorpe, artisti squattrinati nella città che non dorme mai. E’ un frammento di Storia del Rock, del Pop, dell’Arte e della Letteratura che si dipana leggero. E’ il viaggio di due homeless, feccia della società che cerca l’immortalità, e che per questo non si risparmia. E’ poi la storia del Chelsea Hotel - scialuppa di salvataggio per artisti, luogo mitologico, viavai di facce e sorprese. Scorrono le foto, sguardi di un passato imperscrutabile, scatti in bianco e nero di quelli che pensi “qui c’è qualcosa che le parole non dicono e mai diranno del tutto”. Un’immaginaria continuazione di quella mostra che Patti e Robert erano riusciti ad allestire: da una parte i disegni di lei, dall’altra le foto di lui. Tutto parla, tutto seduce. L’epilogo, per chi conosce i personaggi, non può che essere un pezzo di infinita dolcezza e crudeltà.

Cosa rimane? Rimane l’amore. L’arte. E quel pezzo di storia che non possiamo permetterci di dimenticare. Credo che sia impossibile finire di parlare di Patti Smith. Anche solo per tutto ciò che il suo personaggio, la Sacerdotessa, ha ancora da dire. Non tace, non si nasconde. Ed è per questo che mi tengo stretta a quelle poche cose capaci di darmi passione.

FONTE: Vitaminic, di Chiara Leandri

http://www.vitaminic.it/
http://www.vitaminic.it/2010/11/patti-smith-just-kids-feltrinelli/

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