segunda-feira, março 31, 2008

Verso Pechino: Mariani “Almeno in sei da medaglia”


Verso Pechino: Mariani “Almeno in sei da medaglia”

(AGM-DS) - 31/03/2008 16.31.42 - (AGM-DS) - Milano, 31 marzo - Il Judo ha sempre dato molto ai colori azzurri alle Olimpiadi. Il medagliere parla di 2 ori, 3 argenti e 6 bronzi conquistati dal 1964, anno in cui la disciplina fu introdotta tra le discipline olimpiche, al 2004: la prima medaglia fu un bronzo, arrivato a Montreal nel 1976 per mano di Felice Mariani. Oggi Mariani e` il direttore tecnico di una nazionale italiana che spera di regalare maggiori soddisfazioni di quanto e` riuscita a fare nell’edizione del 2004 ad Atene, dove ha un po’ deluso le aspettative, racimolando un solo bronzo con Lucia Morico: Datasport ha provato ad analizzare con lui il momento del judo azzurro e a capire quanto questa disciplina possa dare alla spedizione olimpica a Pechino 2008.

Qual e` la situazione dei nostri atleti? Sono gia` sei quelli qualificati: quanti ne potremo presentare alle Olimpiadi?”

Un riepilogo dai Mondiali di Rio del settembre scorso: noi abbiamo qualificato sei persone, un risultato per noi storico da quando c’e` l’attuale sistema di qualificazione. Un buon segnale di salute per la squadra: certo non significa che poi dopo un anno ci si possa ripetere sicuramente”.

Ora ci sono gli Europei, in programma dall’11 al 13 aprile a Lisbona. Che appuntamento e`?

E’una tappa intermedia, importante, ma non determinante; e` alle Olimpiadi che bisogna andar bene. Parteciperemo con la prima squadra, oltre ai sei gia` qualificati se ne dovrebbero essere altri due: il peso massimo maschile Paolo Bianchessi e il peso massimo femminile Michela Torrenti. A meno che si verifichi un campionato pieno di sorprese, dovrebbero esser dentro anche loro: dovremmo quindi arrivare a 8 persone”.

Qual e` la situazione di forma in questo momento della stagione? Gia` al 100%?

Sicuramente no, la punta per la forma sara` raggiunta solo ad agosto; questa e` una fase intermedia in cui gli atleti devono stare si` bene, ma non al top. Questa e` una tappa di passaggio, dopodiche` avremo uno stage in Brasile dal 1° al 10 maggio, poi una gara sempre li` contro nazioni forti: il fortissimo Brasile, il Giappone, la Germania… Successivamente, a giugno un altro test e poi il 29 luglio si parte per Pechino”.

Alle Olimpiadi il judo ha sempre ha dato tanto al medagliere azzurro: forse ad Atene 2004 il movimento ha un po’ deluso, riuscendo a portare conquistare il bronzo con Lucia Morico.”

In effetti con il potenziale che aveva a disposizione quella squadra poteva andare un pochino meglio; ci sono state delle circostanze negative, come l’operazione della Scapin qualche mese prima, proprio a ridosso delle Olimpiadi. E anche il Mondiale di Osaka dell’anno prima non era andato molto bene. Le condizioni attuali sono diverse, anche se questo non vuol dire niente: io ho vissuto tante edizioni dei Giochi, da atleta e da allenatore, e so che si tratta di una gara a se stante. Una gara che c’e` da quattro anni, nella quale gli atleti si giocano tanto: molti sono a fine carriera e non sanno se ci saranno ancora; la pressione e` enorme e puo` giocare brutti scherzi. Gli atleti a volte fanno prestazioni al di sotto delle loro qualita`. Per quanto riguarda i nostri qualificati posso dire che almeno cinque o sei su otto hanno la possibilita` di arrivare in zona medaglia: poi e` chiaro che bisogna tener conto del sorteggio, della parte psicologica e altri fattori. E naturalmente anche la fortuna e` una componente”.

Se dovesse fare dei nomi sui nostri atleti, su chi punterebbe maggiormente?”

Io faccio quattro nomi, quelli dei veterani: Morico e Scapin per le donne, Maddaloni e Meloni per gli uomini. Gli altri sono quattro outsider: due sono arrivati quinti ai Mondiali, quindi sono di assoluto livello. Dal terzo al quinto posto il divario e` veramente labile: certo, se poi si perde per ‘ippon’, allora e` un altro discorso”.

Nel 1976 Felice Mariani conquistava la medaglia di bronzo ai Giochi di Montreal: quanto e` cambiato il judo da quando lo praticava lei, in termini di pressione e di carichi di lavoro?”

La pressione e` sempre la stessa: un Olimpiade ha sempre il suo fascino particolare e la pressione esterna puo` influenzare allo stesso modo la prestazione di un atleta. Per il resto e` cambiato molto, come per gli altri sport: basti vedere il calcio, com’e` differente rispetto a vent’anni fa, soprattutto a livello fisico. Immaginiamoci nel judo, dove la componente fisica e` di primaria importanza: una bella parte di spazio che prima era dedicata essenzialmente alla tecnica oggi e` composta dalla parte fisica. Il judo si e` un po’ spostato quindi in questo senso. E poi c’e` il regolamento: cambiando il modo di fare judo e` difficile trovarne uno adeguato. Il judo e` diventato una confluenza di tutte le lotte del mondo: la lotta che si fa in Georgia che ha le sue tradizioni, quella in Russia, l’altra in Mongolia si sono spostate nel judo e questi spostamenti hanno determinato il cambiamento dei regolamenti. Inoltre la preparazione poi e` piu` professionale: tanti anni fa poche nazioni lo praticavano in maniera professionistica, oggi bisogna farlo per forza. Non si puo` fare judo e nel contempo fare il muratore o studiare: queste sono differenza notevoli”.

Il judo si basa su valori che riguardano valori, come il rispetto per l’avversario e per la disciplina. Sono basi ancora riscontrabili nella disciplina del giorno d’oggi?”

Mah, forse si stanno un po’ perdendo ma il motivo e` semplice: il judo, cosi` come le altre arti marziali, e` molto ancorato alle tradizioni, ma, diventato uno spot olimpico, vive al fianco di atletica, ciclismo e altri sport. Di conseguenza e` per questo che si perdono un po’ questi valori tradizionali, che si tramutano in valori legati alla finalita` olimpica. Ci sono poi nazioni, come il Giappone, dove lo sport e` nato, che rimangono sicuramente piu` legate, anche se anche li` e` cambiato molto: dal 1978-80 quando andavo io in Giappone ad oggi e` tutto molto diverso. Dai capelli rasati a zero, disciplina ferrea e rispetto per il maestro, si e` passati a capelli lunghi con le me`ches…”.

In che situazione e` il movimento del judo in Italia? ”

Il judo e` in una situazione di stasi, dovuta anche al cambiamento delle strutture: molte palestre si sono trasformate in centri di fitness, altre hanno avuto difficolta` nel rimanere in questi centri, gli affitti che aumentano. Ormai i centri per il judo sono rimasti pochi e un po’ in periferia: ci sono, a differenza di anni fa, alcuni centri dove ci sono delle forti tradizioni di judo e un bel numero di praticanti, da dove poi possono uscire i campioncini del futuro. Invece sono ormai un po’ scomparse altre zone dove c’erano tante palestre: da questo punto di vista possiamo dire che siamo in una fase non calante, ma di stasi”.

In questo senso quanto puo` essere importante una vetrina come quella dell’Olimpiade? Il movimento in che misura ne trae beneficio?”

Questo e` fondamentale, in particolare per il judo e per gli sport similari: e` una vetrina importante, l’abbiamo visto in passato, quando ha vinto Maddaloni, quando ha vinto Giovinazzo. A settembre e ottobre sono nate tante palestre, la gente si e` andata a iscrivere: i bambini vogliono emulare il campione e questo e` alla base dello sport”.

FONTE (photo include): DataSport.it - Milano,Lombardia,Italy

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