segunda-feira, outubro 29, 2007

Dialetto e poesia a Santarcangelo

Dialetto e poesia a Santarcangelo
Mercoledì 31 ottobre l’ultimo appuntamento,Giuseppe Bellosi dirige l’orchestra di Ravenna in un concerto dedicato a Olindo Guerrini
Dialetto e poesia, un binomio praticamente inscindibile per Santarcangelo che al riguardo ha promosso una rassegna con spettacoli, presentazione di libri e concerti che si concluderà mercoledì 31 ottobre con un concerto alle ore 21 al Supercinema.
L’iniziativa, che ha visto la partecipazione di Ivano Marescotti, Gianni Fucci, si conclude con una serata di musica dedicata a Olindo Guerrini. Giuseppe Bellosi dirigerà l’orchestra della città di Ravenna in un concerto omaggio all’abile verseggiatore romagnolo, conosciuto anche con lo pseudonimo di Lorenzo Stecchetti.
Olindo Guerrini è certamente una figura di spicco nel panorama letterario italiano a cavallo tra Ottocento e Novecento. Audace, burlesco ed abile verseggiatore, Guerrini è oggi ricordato per la duplice capacità di creare piccoli capolavori sia in lingua italiana sia in dialetto, riuscendo a descrivere con colorita efficacia la mentalità della gente di Romagna. Lo spettacolo prevede l’interpretazione da parte di Giuseppe Bellosi di brani provenienti dalle più celebri raccolte, tra cui i Sonetti romagnoli, Postuma e le Rime di Argia Sbolenfi, il tutto intercalato ed accompagnato da una rivisitazione in chiave colta di quel repertorio tradizionale romagnolo in uso a cavallo tra Otto e Novecento. Tra le composizioni eseguite rientrano alcuni celebri Saltarelli, Tresche e Manfrine, alcuni brani di Carlo Brighi ma anche brani di liscio di Secondo Casadei. Le sonorità proposte si avvicinano molto a quelle originali dato l’impiego degli stessi strumenti per cui nacquero queste composizioni come il violino, la chitarra e il contrabbasso.
La scelta musicale
Si tratta di un progetto assai singolare per l’Orchestra “Città di Ravenna”, abituata a repertori lirici e sinfonici, che per l’occasione propone una rilettura del repertorio popolare romagnolo dal ballo saltato fino al liscio. Un gesto con cui vuole sottolineare, caso mai ce ne fosse stato bisogno, la pari dignità tra i due generi musicali e con cui vuole offrire il proprio contributo per mantenere in vita un repertorio che, per una serie di fenomeni sociali e culturali, ogni giorno diventa più difficile ascoltare.

FONTE: Appennino - Pesaro,Italy

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